Il motivo ossessivo nei primi disegni di Alvaro Molteni è un dettaglio interessante, forse curioso, per capire il mondo interiore dell’artista.
Dal lavoro di reperimento e catalogazione delle opere di Alvaro Molteni comincia ad emergere, soprattutto nei primi disegni giovanili, la presenza di questo motivo ricorrente.
Al momento la testimonianza più antica reperita è uno schizzo del 1941, periodo in cui l’artista ventenne entra in contatto con quel cenacolo di creativi formato da architetti, pittori, filosofi che portavano a Como le istanze dell’astrattismo e del razionalismo.
Si tratta di un disegno a pastello verniciato intitolato appunto Motivo ossessivo. Parlando con le figlie, Alvaro Molteni ricordava che in quel momento di scoperta della sua vena creativa l’ispirazione nasceva spontanea da una miriade di stimoli, anche banali. Come in questo caso.
Il Motivo ossessivo, infatti, non era altro che una delle macchie del campo visivo, quelle piccole macchioline che a tutti capita di vedere, dette corpi mobili o mosche volanti.
Il giovane artista però sembra fare proprio quel motivo e, lavorando di astrazione sulla sua forma, lo recupera in altre composizioni dello stesso periodo.
Come ad esempio in quella Composizione a olio su cartone telato del 1942, una ricerca compositiva che risente della guida dei maestri astrattisti
Il motivo ossessivo della macchia del campo visivo sarà destinato poi a trasformarsi in forme morbide, ricorrenti in molte sue opere fino agli anni ’50.