
Foto di Copertina
Alvaro con il critico Carlo Belloli nella casa di via Cumano (1987)
L’ingegno eclettico di Alvaro Molteni si è espresso, oltre che nell’arte e nel disegno tessile, anche nell’architettura. Non avendo potuto proseguire gli studi dopo le scuole serali di disegno, continuò per tutta la vita a inseguire il sogno del costruire, da autodidatta: progettò e fece costruire, oppure ristrutturò curandone la riprogettazione e gli arredi, le case in cui abitò.
Per Alvaro la casa fu sempre uno specchio del proprio mondo interiore, un luogo sicuro in cui potersi circondare di bellezza, ricercata negli affetti della famiglia ma anche nelle numerose e maniacali collezioni di oggetti, di libri, di quadri: i propri, ma anche quelli di tanti amici artisti con i quali mise in pratica la formula dello scambio di opere.
La prima casa da lui progettata (e questa anche costruita, con l’aiuto di amici muratori) risale alla fine degli anni ’40: una “baitella” a mezza costa sul lago di Como, in località Carate. Secondo i canoni del Razionalismo, aveva il tetto a una falda e una struttura quadrata.
All’interno, gli affreschi da lui eseguiti di paesaggi polinesiani con le donne di Gauguin. In quella che l’artista soprannominò “I pascoli del cielo” in onore del romanzo steinbeckinano, non c’era elettricità nè acqua corrente ma questo primo esercizio di architettura, portato a termine letteralmente con il sudore della fronte, fu per lui di grande soddisfazione.
Tanto che sulla stessa matrice progettuale realizzò la casa di famiglia, che costruì pochi anni più tardi, a Como, nella periferica zona di via Cumano e nella quale visse e lavorò tutta la vita.
La casa di via Cumano, ancora esistente seppure rimaneggiata per le mutate esigenze della famiglia, ha un impianto razionalista: pianta quadrata di 10m di lato, tetto a una falda, finestre e balconi disegnati per crearte giochi di pieni e vuoti di segno netto. Tra i materiali, il vetrocemento, la pietra, il legno.
La casa per Alvaro fu sempre il luogo protetto in cui esercitare la propria creatività. Dentro casa ricavò sempre lo spazio per il suo studio di pittore e disegnatore.
La casa di via Cumano, spesso trasformata negli interni per dare sfogo al desiderio di cambiamento e alla ricerca di nuovi spazi, ha ospitato, negli anni, ben 4 stanze-studio: al secondo piano; nel piano seminterrato; in veranda con vista sul giardino.
La casa è diventata, negli anni, anche spazio espositivo delle opere di Alvaro che predilesse, in età matura, la formula della “mostra in giardino” da lui stesso coniata e molto amata. L’artista organizzava ogni anno un allestimento di opere nel giardino di casa e invitava amici e artisti, in un’occasione conviviale e amichevole di confronto.
Ma il desiderio di progettazione di Alvaro aveva bisogno di espandersi anche al di fuori delle mura di via Cumano: nasce così la casa-studio di Careno, sul lago di Como, oggi messa a disposizione per brevi periodi come casa vacanze
Una vera e propria casa d’artista in cui ritirarsi a pensare, a disegnare e anche a dipingere.
E’ una vecchia stalla del 1700 che Alvaro acquista negli anni ’70 e restaura completamente, studiando nei minimi particolari il progetto di recupero dell’esistente, la ristrutturazione e l’arredo degli interni.
Del resto, fin da giovanissimo, si era cimentato anche del design di mobili e complementi, lasciando tracce tra i suoi appunti: stanze mai realizzate, case spesso soltanto sognate.
Schizzi e progetti da cui traspare l’intensità del rapporto dell’artista con lo spazio esterno, lo spazio studiato per tutta la vita, per catturarlo prima negli equilibri formali delle sue astrazioni e per liberarlo alla fine del percorso nelle campiture di cieli interrotte soltanto da qualche segno grafico, o addirittura annullarlo nelle grandi opere su crilex trasparente, da lui stesso definite “nihilometriche”.